La dipendenza da lavoro (work addiction)
La rivista Scandinavian Journal of Psychology ha pubblicato il lavoro di quattro ricercatori, due dell’Università di Bergen (Norvegia) Andreassen, Pallesen, e due della Nottingham Trent University – Griffiths e Hetland – sulla validazione di una scala per la misura della dipendenza da lavoro o work addiction (un’altra parola chiave usata è il neologismo inglese workaholism).
La scala, denominata Bergen Work Addiction Scale (BWAS) [Scala Bergen per la misura della Dipendenza da Lavoro], inizialmente era composta da 14 item, due item per ciascun aspetto dalla dipendenza da lavoro. E’ stata somministrata a circa 12mila soggetti. I quattordici item sono stati ridotti a sette nella versione definitiva depurati sulla base della più alta correlazione item-totale considerando che è una scala con una soluzione mono-fattoriale – cioè lo strumento misura soltanto una unica dimensione, che è la dipendenza da lavoro, appunto.
Le domande del questionario si focalizzano sul tempo dedicato al lavoro, sul lavoro come modo per reprimere i propri stati emotivi negativi, sull’evitamento dei consigli di amici e parenti volti a consigliare di ridurre i ritmi di lavoro, sulla ricerca di nuove occasioni di lavoro, sull’evitamento delle attività di svago e del tempo da dedicare agli affetti, e sulla negazione di problematiche di salute legate all’attività di lavoro.
Gli indici di consistenza interna del Bergen Work Addiction Scale sono superiori a 0,80. Lo strumento sembra in grado di distinguere abbastanza efficacemente le persone soggette a dipendenza da lavoro da quelle che non lo sono, per cui si ritiene che abbia effettivamente delle buone proprietà psicometriche.
Riferimenti bibliografici:
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